Un gesto di semplice civiltà si è trasformato in un momento di tensione e paura, davanti ai passanti e ai residenti, in una zona che da tempo denuncia problemi di degrado, bivacchi e insicurezza.
L’episodio non è un caso isolato: racconta il fallimento di un modello di integrazione che non integra, di una città che accoglie ma poi abbandona. Quartieri come Greco, via Padova, Corvetto o Stadera sono ormai laboratori di convivenza forzata, dove il rispetto delle regole non è garantito e dove a farne le spese sono sempre i cittadini che chiedono decoro e sicurezza.
Milano non può permettersi di voltarsi dall’altra parte. La sicurezza urbana non è solo una questione di polizia, ma di politiche sociali e culturali che abbiano il coraggio di dire che l’integrazione funziona solo quando è reciproca — quando chi arriva rispetta le regole, e chi governa tutela chi le rispetta.
A Nicolas Vaccaro, che ha avuto il senso civico di segnalare l’episodio, va un sincero ringraziamento. La città ha bisogno di cittadini che non si rassegnano, e di amministratori che li ascoltino.
Perché la Milano di oggi non può più nascondere dietro la retorica dell’accoglienza una realtà che chiede solo una cosa: rispetto.
