Le mie Radici
Luca Rampazzo
Le mie Radici
Ogni impegno politico, se vuole essere autentico, nasce da una formazione culturale. Non ci si alza una mattina decidendo di fare politica: ci si arriva passando attraverso letture, incontri, esperienze che sedimentano valori e convinzioni. Le mie radici affondano in questa trama di pensiero e di vita, che unisce riflessione intellettuale e passione civile.
Sin da giovane ho sentito la forza di una cultura che difende l’uomo comune, la famiglia, la comunità: Gilbert Keith Chesterton ha saputo insegnarmi che il vero progresso non è distruggere ciò che siamo, ma renderlo più forte e vitale. Nei racconti di J.R.R. Tolkien ho ritrovato il senso del limite e del sacrificio, la necessità di difendere ciò che abbiamo di più caro, anche quando sembra fuori moda. Entrambi mi hanno mostrato come la Tradizione non sia un freno, ma una riserva di energie morali e civili per costruire il futuro.
Accanto al pensiero anglosassone, ho trovato riferimenti profondamente italiani. Indro Montanelli ha insegnato il coraggio della verità, anche quando scomoda, e la libertà intellettuale di non piegarsi mai al conformismo del momento. Sergio Romano, nelle sue Memorie di un Conservatore, ha tracciato una via alta e sobria al pensiero conservatore, mostrando come esso possa essere al tempo stesso rigoroso, moderno e profondamente europeo.
La politica non è solo idee: è anche capacità di azione. Giorgio Almirante resta per me un esempio di come radici, valori e progettualità possano essere messi al servizio di un popolo. Oltre i confini italiani, ho guardato alle esperienze di due grandi leader del Novecento, Ronald Reagan e Margaret Thatcher, che hanno dimostrato come il conservatorismo non sia immobilismo, ma rinnovamento senza rottura: difesa della libertà, sostegno al lavoro, fiducia nella responsabilità individuale e nel dinamismo sociale.
Queste letture, queste figure, queste esperienze hanno costruito in me una convinzione: la politica è servizio alla comunità, non ricerca di visibilità personale. È la responsabilità di chi, per scelta e per passione, si impegna a custodire un’eredità culturale e a trasformarla in progetti concreti.
Nel mio lavoro di giornalista ho cercato di raccontare con onestà e chiarezza ciò che accade intorno a noi. Nell’attività di imprenditore ho sperimentato la fatica, ma anche la libertà di chi crea lavoro e assume rischi. Da consigliere di Municipio a Milano, porto ogni giorno in istituzione queste esperienze: con il senso pratico della vita reale e con l’orizzonte ideale che deriva da una tradizione lunga secoli.
Il mio obiettivo è una Milano più solida e più umana. Una città capace di crescere, innovare, attrarre, ma senza smarrire il senso della comunità, senza sacrificare il valore delle famiglie, senza dimenticare le proprie radici culturali. Una Milano che non insegua ogni moda, ma che sappia essere più giusta, più vivibile, più umanamente sostenibile.
Queste sono le mie radici: un filo che unisce Tradizione e Ragione, che custodisce il passato non per rimpiangerlo, ma per trarne la forza necessaria a costruire il futuro. È da lì che viene la mia passione politica, ed è lì che trova il suo fondamento ogni mia scelta.
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